Colombo Luigi
Colombo Luigi in arte “CoLui”
Nato a Caronno Pertusella il 10 ottobre 1950 da mamma Rosina e papà Giuseppe di professione falegname, primo di cinque figli: Mariadele, Enrico, Giovanni, Anna i nomi dei fratelli.
Ha avuto un’infanzia e una gioventù complicata anche per le difficoltà del dopoguerra e per le limitate risorse economiche di allora, comuni a molte famiglie.
Ha avuto una educazione rigida e religiosa, ha sempre avuto la passione per gli studi filosofici, marxisti, religiosi e socioesistenziali, protagonista insieme ad amici e compagni di scuola dei movimenti del “68”, anno in cui la classe insegnante viene messa sotto accusa per essere troppo autoritaria.
Sulla spinta del “68”, fanno seguito anni di intenso impegno nel sociale, di pratica religiosa, di incontri comunitari con gruppi cattolici di tutta Italia, di attenzione agli insegnamenti dei grandi movimenti marxisti e maoisti, delle grandi personalità che hanno segnato quel periodo come “Gandhi” e “Martin Luther King”, dei movimenti di liberazione internazionale nel segno di “Che Guevara” e “Fidel Castro”: erano anni in cui, per gli ideali, si era disposti a “tanto”.
Conseguito il diploma di Perito Industriale e assolto il servizio militare, avviene la prima importante scelta della sua vita: accettare l’offerta di lavoro in una importante azienda tedesca con tirocinio in Germania o andare a Roma per continuare la storia sentimentale con Antonietta conosciuta durante un’esperienza umanitaria tra i baraccati dell’ “Acquedotto Felice”.
Nell’autunno del 1972 parte per Roma, con una valigia di cartone, seguendo la scelta del “cuore” a discapito di un “lavoro sicuro”, ospite di tre persone straordinarie: “Don Silvio”, Edda e Paola, il primo: Padre Saveriano, costretto su una sedia a rotelle da un’incidente stradale e le seconde: focolarine impegnate nell’assistenza del sacerdote e nel sociale. L’abitazione è sotto gli Archi dell’ “Acquedotto Felice” tra circa trecento famiglie che vivono in condizioni ai limiti della sussistenza.
Incomincia la lotta in favore dei baraccati: dopo la pubblicazione di denuncia e sensibilizzazione di un giornale dal titolo “Roma 70” tiratura 10.000 copie (in qualità di direttore responsabile), si convoca un incontro stampa, presenti autorità politiche e religiose in cui succede un “miracolo”: tutte le parti si impegnano e poi consegneranno nuove case popolari per tutti i residenti dell’ “Acquedotto Felice”, in parte al “Villaggio Sangiorgio” di Acilia costruite dal Vaticano e in parte a “Nuova Ostia” offerte dal Comune di Roma.
Assegnatario di diritto, di un alloggio comunale a “Nuova Ostia” rifiuta l’assegnazione per iniziare la convivenza con Antonietta, in un appartamento in affitto a Roma si sposa nel successivo luglio ’74, nel frattempo aveva iniziato a lavorare , come agente di vendita, in una importante azienda.
Nel dicembre ’75 inizia l’insegnamento di “Educazione tecnica” alle scuole medie fino al 2008 in concomitanza con il pensionamento. Nel 1977 nasce Sara e la famiglia vive un momento di grande felicità, successivamente si trasferisce in zona “Corso Francia” sempre a Roma, è uno dei periodi di maggiore impegno: consegue l’abilitazione all’insegnamento di “Educazione tecnica”, sostiene esami universitari prima in Giurisprudenza e poi in Architettura, studia, insegna e lavora contemporaneamente.
Ma quando sembra che la vita gli sorride, a fine primavera del ’81, arriva la rottura sentimentale con Antonietta e la separazione traumatica che coincide, finora, con il momento più drammatico della sua vita: senza casa, vive due mesi in roulotte, senza famiglia acquisita e con la famiglia di origine lontana 600 km. , lascia gli studi universitari, nasce dentro di sé un conflitto esistenziale devastante in cui cade ogni certezza, vicinissimo alla fine psicologica, perde in parte la memoria e pensa alla fine: nega la fede religiosa, vede se stesso senza ragione, senza affetti, con il suo corpo simile a quello di Michelangelo (fatto di pelle) dipinto nel “Giudizio Universale”, vive sdoppiato, senza vita interiore con il corpo ultimo appiglio all’esistenza.
Poi… un lungo percorso, che durerà almeno 4 anni, in cui nasce “CoLui” (iniziali di Colombo Luigi) un uomo nuovo che parte dalla cura del corpo alla ricerca di ragione e sentimento, scrive e dipinge come unico antidoto per autocertificarsi e autogenerare codici di nuova vita, il tutto animato da una piccola speranza: “se sopravvivo ora ce la faccio finché esisto”.
La figlia, i genitori, i fratelli, qualche amico/a, l’insegnamento in un ambiente scolastico familiare, tanto lavoro per pensare meno, attività fisica, cura maniacale del nuovo “es” e l’acquisto di un modesto appartamento a nord di Roma (con un corposo mutuo) hanno tracciato un nuovo percorso, tuttavia, l’amore continua ad essere pietrificato.
Dal 1985… tanto lavoro, nel 2000 un nuovo amore Simona, una nuova casa a Roma Castelporziano, una grande festa per i 50 anni con amici e familiari: sono anni di grande vigoria, di viaggi, di consolidamenti economici.
Nel 2002 pubblica il volume “Io come me” una raccolta di pitture, sculture, poesie, riflessioni che raccolgono vent’anni di impegno artistico, il volume viene usato come testo all’Accademia delle Belle Arti di Roma.
Nel 2006 nasce Iosef, secondo figlio, nel 2007 muore la mamma dopo che nel ’92 aveva perso il papà. Lascia il lavoro attivo nel 2018 e da allora si dedica, quasi esclusivamente, alla sua passione artistica: sta preparando una seconda pubblicazione “Io come noi” con nuovi e vecchi lavori.